Succhi di frutta? Meglio il caffè: lo dice Harvard

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Succo di frutta? Se non si è più dei bambini, meglio optare per un caffè. Lo dice uno studio approfondito condotto dall’Università di Harvard. Già, perché – almeno negli Stati Uniti – la metà della popolazione afferma di consumare almeno una bevanda zuccherata al giorno. E, se gli sforzi per cercare di modificare le abitudini alimentari vertono essenzialmente sui bambini e sulle bibite, lo studio mette in allerta i consumatori di tutte le età. Gli zuccheri presenti nei succhi – anche se sono al 100% naturali – assomigliano molto a quelli che l’industria aggiunge alle bibite. E le analisi dei dati sanitari di più di 13.000 americani sembrano mostrare che un eccesso di consumo di succo di frutta potrebbe portare a un aumento del rischio di sviluppare alcune patologie.

Acqua, tè o caffè le scelte più salutari
I ricercatori associano i succhi di frutta – anche se fanno meno male delle bibite dolci grazie ai nutrimenti che contengono – all’aumento del rischio di diabete o di una malattia cardiaca. Il discorso riguarda “I succhi di frutta, ma non la frutta intera”, precisa Marte Guasch-Ferré, ricercatrice all’Università di Harvard. I nutrizionisti raccomandano di non consumare più di 20 centilitri di succo di frutta al giorno.
I frullati a base di frutta sono generalmente calorici, mentre i succhi di verdure sono più salutari ma spesso sono ricchi di sale. “Per ciò che ne sappiamo al giorno d’oggi, l’acqua resta la bevanda ideale. E per rimpiazzare le bevande zuccherate meglio scegliere un tè o un caffè… senza zucchero o latte”, conclude Marte Guasch-Ferré.