Prolific, al via il progetto che dà una seconda vita al caffè

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Il caffè (ma lo stesso vale per legumi e funghi) è un bene longevo. I suoi scarti di lavorazione, infatti, sono materiali utili che possono essere trasformati in mangimi per animali, packaging e persino cosmetici. È al lavoro su questa strada il progetto europeo Prolific, che vede come coordinatrice scientifica Annalisa Tassoni, docente al Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell’Università di Bologna.
Il progetto è finanziato con oltre 4,5 milioni di euro dal Bio-Based Industries Joint Undertaking (BBI JU), partnership pubblico-privata tra l’Unione Europea (programma H2020) e il Bio-based Industries Consortium (BIC), organizzazione che collega imprese, enti di ricerca, università ed enti pubblici e privati europei impegnati nello sviluppo della bio-economia circolare.

Allo studio prototipi per l’alimentare e la cosmesi
Gli studiosi coinvolti sono al lavoro per mettere a punto soluzioni tecnologiche e industriali per il recupero di proteine e altre molecole bioattive (come fibre e polifenoli) dagli scarti dell’industria agro-alimentare.

“In particolare delle produzioni di caffè, legumi e funghi.”

L’obiettivo è arrivare alla produzione di 16 prototipi di prodotti per i settori alimentare (prodotti vegani/vegetariani, a base di cereali, a base di carne), dei mangimi (per polli e suini), degli imballaggi bioattivi (per cibo e cosmetici) e dei cosmetici.