Ci vediamo alla macchinetta per un caffè? Ecco la frase che si sente sempre più spesso ripetere negli uffici, così come nelle scuole, nelle stazioni e negli aeroporti. Insomma, distributore incalza bar. I dati del settore confermano questo trend in crescita, quasi 5 miliardi di consumazioni (4 miliardi e 960 milioni) nel 2016 sono state erogate dalle cosiddette “vending machine” per un fatturato di 1,83 miliardi di euro, con un aumento di 0,48% rispetto all’anno precedente, secondo quanto rileva uno studio di Confida in collaborazione con Accenture.
“Gli italiani sono dei grandi consumatori ai distributori automatici forse perché stiamo più spesso fuori casa e dunque consumiamo più pasti fuori casa” spiega all’Adnkronos Michele Adt, direttore generale di Confida, l’associazione Italiana della distribuzione automatica.
Comodità innanzitutto
Sembra essere la comodità, unità anche a un piccolo risparmio, la principale ragione di questo vero e proprio boom. Al distributore il caffè è il prodotto più gettonato, con 2,7 miliardi di consumazioni e rappresenta il 55,5% del totale. Seguono poi l’acqua con 722 milioni, ma registrano un trend in crescita anche bevande calde come ginseng, il tè e gli snack a base di frutta secca.
Tanti e con un’anima ecologica
In Italia ci sono oltre 800 mila distributori automatici installati, contro i 590 mila in Francia e 550 mila in Germania. Tutte macchine aperte 24 ore al giorno e monitorate a livello di norme igienico-sanitarie. Ancora, i nuovi modelli hanno sempre più un’anima green. Quelli ad induzione, ad esempio, risparmiano il 90% di energia, ma consentono pure il riutilizzo dei fondi di caffè per produrre funghi commestibili o energia pulita, vendono prodotti equosolidali e capsule del caffè di plastica riciclata.