Nuova scoperta: chi beve caffè legge più in fretta

8677

Buone notizie per gli amanti del caffè: una recente ricerca dell’Università di Padova, Firenze e Bergamo ha scoperto che bevendo solo due tazzine di caffè al giorno si legge più velocemente, aumentando la percezione globale delle scene visive. La caffeina, infatti, sembrerebbe migliorare la percezione globale di una scena visiva: la scoperta è stata pubblicata in un ampio articolo sull’autorevole rivista “Journal of Psychopharmacology”. La percezione globale – controllata principalmente dai circuiti attenzionali dell’emisfero destro – risulta causalmente connessa alle capacità di lettura. Infatti le abilità di percezione globale già dalla scuola dell’infanzia predicono lo sviluppo delle future abilità di lettura negli anni successivi. Inoltre, in persone con difficoltà di lettura, i training comportamentali che migliorano le abilità di percezione globale risultano migliorare anche le capacità di lettura. A livello linguistico, il consumo di caffeina sembra migliorare le prestazioni nelle attività di ragionamento semantico.

Gli “effetti” della caffeina sulla capacità di lettura
Questa scoperta potrebbe portare a una migliore comprensione dei disturbi della lettura e di altri disturbi del neurosviluppo caratterizzati da un deficit di percezione globale. Come riporta askanews, il dottor Sandro Franceschini, Dipartimento di Psicologia Generale dell’Università di Padova e primo autore della ricerca ha spiegato: “Abbiamo ipotizzato che l’assunzione di caffeina, facilitando la percezione globale e il ragionamento semantico, avrebbe potuto migliorare anche le prestazioni in specifici compiti di lettura. In questo articolo presentiamo i risultati di due studi in doppio cieco che hanno coinvolto 78 persone. Dimostriamo che in coloro che quotidianamente consumano basse o normali quantità di caffeina, una singola dose di 200 mg di questa sostanza (circa due caffè espressi) accelera la velocità di lettura del testo. Il miglioramento della velocità osservato nella lettura del testo non era generalizzato a compiti di lettura di liste di parole singole o di parole senza senso”. Aggiunge la dottoressa Sara Bertoni, Dipartimento di Psicologia Generale dell’Università di Padova e coautrice, “è importante sottolineare che i miglioramenti nelle capacità di lettura erano accompagnati da un cambiamento nella percezione globale degli stimoli visivi, senza che fosse rilevato alcun effetto sulle funzioni di allerta, sulle abilità di orientamento dell’attenzione, sulle funzioni esecutive o fonologiche, dimostrando la presenza di una connessione specifica tra la rapidità nella lettura del testo e i meccanismi attenzionali dell’emisfero destro, coinvolti nell’esecuzione di compiti semantici e nella percezione visiva globale”.