Altro che microchip e nanotecnologie. I nuovi robot che salvano le vite in sala operatoria funzionano grazie a caffè, sabbia e popcorn. Stanno infatti nascendo i cosiddetti robot ‘granulari’, dal motore fatto di materiali molto comuni e che rappresentano una promessa per il futuro. Come scrive l’Ansa, una delle applicazioni più interessante sta nascendo in Italia, nella Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, dove è stato costruito un endoscopio ‘morbido’, che si adatta alla forma degli organi, anziché spostarli come fanno gli attuali endoscopi. “A regolare i movimenti di questo endoscopio sono i chicchi di caffè”, osserva Matteo Cianchetti, della Scuola Sant’Anna.
Il caffè è il materiale che funziona meglio
“Il caffè sembra essere il materiale che funziona meglio, almeno nella costruzione del prototipo. L’idea è che l’endoscopio viene piegato con un sistema ad aria compressa che gonfia le camere vuote, deformandolo” spiega Cianchetti. Così diventa possibile piegare lo strumento dove serve, facendolo girare intorno agli organi. Sabbia e zucchero sono invece alla base di un modello sperimentale per studiare i polmoni dei neonati, mentre una mano messa a punto nella Cornell University di New York è piena di chicchi di mais. I materiali più promettenti per questi robot al momento sono caffè e sabbia.