Gran Caffè Gambrinus di Napoli, il palazzo del caffè

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Il Gambrinus: il più importante Caffè di Napoli. Tra i locali più celebri della penisola, membro dell’Associazione Culturale Locali Storici d’Italia, salotto letterario partenopeo, celebre galleria d’arte, animatore della cultura cittadina, questi in breve i tratti d’eccellenza del Caffè che dal 1860 è punto di riferimento tra i più importanti della cultura della città.

Una storia iniziata nel 1860

La storia del Gran Caffè Gambrinus inizia con l’Unità di Italia quando, nel 1860, al piano terra del palazzo della Foresteria, l’elegante edificio del 1816 che oggi ospita la sede della Prefettura, viene aperto il “Gran Caffè”, racconta il sito del locale. Affacciato direttamente su Piazza Plebiscito e Palazzo Reale, il Caffè diventa in breve tempo il salotto del bel mondo cittadino. La fama dovuta all’opera dei migliori pasticceri, gelatai e baristi provenienti da tutta Europa procura subito al Caffè la benevolenza della famiglia reale e il riconoscimento per decreto di “Fornitore della Real Casa”, onorificenza tributata dai Savoia soltanto ai migliori fornitori del Regno delle due Sicilie. Dopo essere stato affittato da Mariano Vacca, frequentatore di artisti e attori, il Gran Caffè Gabrinus viene inaugurato ufficialmente il 3 novembre 1890.

Subito diventa  il cuore della vita mondana, culturale e letteraria della città: re, regine, politici, giornalisti, letterati e artisti di fama internazionale ne fanno il luogo dove incontrarsi, discutere e scrivere versi, come nella migliore tradizione europea del caffè letterario. Le sale iniziano ad essere indicate per l’argomento degli incontri e dei simposi che vi si tengono: la sala politica, la sala della vita, la sala rotonda. Il Caffè è ormai tappa obbligata per qualsiasi visita della città: non c’è un solo viaggiatore che, arrivato a Napoli, rinunci a fare sosta al Gran Caffè Gambrinus. Negli anni della Belle Epoque i salotti del caffè ospitano ’imperatrice d’Austria Sissi, Gabriele D’Annunzio che scrisse al Gambrinus i versi della celebre canzone “A’vucchella”, Matilde Serao che fondò il quotidiano “Il Mattino” seduta proprio ai tavolini del caffè, Benedetto Croce che fece di Napoli la sua seconda città, lo scrittore irlandese Oscar Wilde che si recò nella città partenopea con Lord Alfred Douglas dopo i tristi giorni di prigionia, Ernest Hemingway, il filosofo francese Jean-Paul Sartre che scrisse pensieri su Napoli ai tavolini del Gambrinus “davanti a una granita che guardavo malinconicamente mentre si scioglieva nella sua coppa di smalto” e tantissimi altri.

La rinascita

Il Gran Caffè Gambrinus prosperò fino al 1938 quando il prefetto Marziale ne ordinò la chiusura perché considerato luogo antifascista e da quel giorno i locali furono ceduti in parte al Banco di Napoli. Agli inizi degli anni ’70 Michele Sergio dà inizio alla battaglia per recuperare i locali del Caffè situato nel cuore di Napoli. Grazie al lavoro minuzioso di restauro degli antichi stucchi e di recupero dei pregevoli affreschi, il Gran Caffè Gambrinus rinasce a nuovo splendore.

La battaglia è vinta. Napoli si riappropria della sua storia. Riportato ai suoi antichi fasti, il Gran Caffè Gambrinus torna ad essere il cuore pulsante e il salotto elegante della città. Oggi, il lavoro di valorizzazione iniziato da Michele Sergio è portato avanti dai figli Arturo e Antonio Sergio che fanno ancora grande l’unico storico caffè letterario della città di Napoli.

Le specialità al caffè

Al Gran Caffè Gambrinus il caffè espresso è preparato secondo l’antica ricetta napoletana: scuro, denso, bollente. Ma, seguendo i nuovi gusti e i nuovi stili di consumo, in questi ultimi anni la caffetteria si è arricchita di diverse varianti al caffè espresso tradizionale: panna, cioccolata, nocciola e numerosi altri ingredienti vengono combinati con scrupolo e creatività per regalare ai clienti della caffetteria un’esperienza di gusto indimenticabile.

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