Innanzitutto, una premessa: non è vero che il caffè decaffeinato fa male, perché contiene sostanze chimiche utilizzate per eliminare la caffeina. Nella stragrande maggioranza dei casi, infatti, il processo avviene utilizzando principalmente acqua e calore. E non è vero che il caffè deca sia di qualità più scadente rispetto all’ “altro”. Invece, può essere vero che il caffè senza caffeina risulti differente al palato, spesso meno aromatico e con un predominante sentore di bruciato.
La ragione della differenza è legata al fatto che il processo ad acqua ha anche l’effetto di favorire la dispersione delle sostanze più volatili, appunto quelle che conferiscono l’aroma alla bevanda.
No alla caffeina, sì agli aromi
Una buona notizia per chi sceglie il caffè deca è la novità del diclorometano, ovvero cloruro di metilene, un solvente organico già ampiamente utilizzato per eliminare la teina dal tè. Grazie al basso punto di ebollizione (40° C), dopo il processo di decaffeinizzazione il diclorometano viene facilmente eliminato dai chicchi con una vaporizzazione particolarmente delicata, in quanto a bassa temperatura. Ecco perché il caffè decaffeinato con questo metodo (che si presume sarà sempre più utilizzato in futuro, anche perché più economico) ha un gusto più ricco e pieno, a fronte di una percentuale di caffeina inferiore allo 0,1%.