Ha chicchi giallo-verdastri, della stessa forma caratteristica, e si trova anche già macinato, anzi frantumato. Il caffè verde, detto anche caffè crudo, è ancora una volta il seme della pianta arborea tropicale chiamata Coffea, ma non sottoposto a tostatura. E, proprio per questo, è maggiormente ricco di quegli elementi che in parte si perdono ad alta temperatura. In particolare, il caffè verde è ricco di acido tannico e acido ferulico, due polifenoli che ostacolano l’azione dei radicali liberi, rallentando l’invecchiamento cellulare. Grazie alla presenza di Omega 3 e Omega 6, e di vitamine del gruppo B, il caffè crudo contribuisce a tenere alte le difese immunitarie dell’organismo.
Caffeina a rilascio prolungato
Un’altra caratteristica positiva del caffè verde è poi la caffeina a rilascio prolungato. Senza dar luogo a picchi, questa sostanza naturalmente contenuta anche nel chicco crudo viene rilasciata nell’arco di diverse ore, stimolando così in modo moderato ma costante l’attività cerebrale, con effetti positivi sull’attenzione e sulla capacità di memorizzazione. Studiare o svolgere un lavoro intellettuale dopo una tazza di caffè verde, insomma, è più facile. Infine, il caffè verde è meno acido di quello nero (Ph 5 contro 3,5 di quello tostato) e pertanto meglio tollerato da chi ha lo stomaco delicato.
Come si prepara il caffè verde
Per estrarre il meglio dal caffè tostato, si sa, serve l’acqua ad alta temperatura (nella moka, per esempio, sotto pressione supera ampiamente i 100° C). Non così per quello verde, la cui preparazione richiede al massimo acqua a 80°C e i tipici passaggi della tisana. Dopo aver pestato i chicchi con l’aiuto di un mortaio, si mettono in infusione in acqua calda per circa 10 minuti. Per una tazza di acqua da 250 ml, bastano 50 grammi di chicchi di caffè verde. Il sapore è molto diverso da quello del caffè nero e simile a quello dei piselli secchi. Può essere bevuto al naturale o dolcificato con meiele e succo d’agave.