Caffè regionali, mai provato la Moretta di Fano? Anice, rum, brandy e caffè 

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Rituale magico, bevanda tipica, distillato di convivialità, la fama della Moretta di Fano ha lasciato la piccola città che l’ha tenuta a battesimo per conquistare tutte le Marche. Quando? Come per tutte le tradizioni che si rispettino, in un passato lontano e controverso, anche se è certo che la bevanda a base di liquori e caffè, rigorosamente servita con una scorzetta di limone, è entrata nel 2011 nell’elenco regionale dei prodotti tipici marchigiani.

Come si prepara la Moretta di Fano
Si prepara nel bicchierino di vetro liscio, versando sul fondo – in parti uguali ma sempre secondo il gusto personale, e ovviamente non c’è una ricetta uguale all’altra – liquore all’anice, rum e brandy, a cui vengono aggiunti due cucchiaini di zucchero e, dopo aver scaldato il tutto con il getto d’aria calda, il caffè fumante. Da non dimenticare infine il dettaglio della scorza di limone, che arricchisce ulteriormente il bouquet degli aromi.
Secondo la tradizione la Moretta è nata in un’epoca in cui non si buttava via niente, tanto meno gli avanzi dei liquori, ma oggi è sinonimo di gusto e raffinatezza. Da bevanda servita ai pescatori prima dell’imbarco, come “carburante” per le lunghe ore di lavoro in mare, a goloso digestivo servito a fine del pasto, o come break a tutte le ore del giorno.

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