Caffè al cinema: l’espresso protagonista di Divorzio all’Italiana

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E’uno dei capolavori assoluti del cinema italiano, con un Marcello Mastroianni in stato di grazia: è “Divorzio all’Italiana” di Pietro Germi, uscito nelle sale nel 1961. Il film racconta un’Italia che fu, quella degli anni Sessanta appunto, e il caffè è un protagonista della vicenda che punteggia i momenti clou della storia. Questa la trama: in una cittadina siciliana il barone Fefè Cefalù è sposato da 12 anni con l’assillante Rosalia, ma l’uomo si è invaghito della cugina sedicenne (interpretata da una giovanissima e bellissima Stefania Sandrelli). Così, visto che nell’Italia dell’epoca non esisteva ancora il divorzio, il barone trama per ordire un delitto d’onore, che invece era accettato. Mentre in segreto progetta di uccidere la moglie, Fefè si rivela sempre più vigliacco e meschino.

Il rito del caffè
Ed è proprio il caffè l’elemento che segna i passaggi del film e l’evoluzione degli stati d’animo dei personaggi. Un classico che ha fatto scuola nella cinematografia italiana è il momento in cui Rosalia porta il caffè all’adorato Fefè: lui è infastidito, sempre più distante, mentre lei è appiccicosa e petulante. Una perfetta sceneggiatura consente di comprendere, semplicemente attraverso il servizio di un caffè, chi sono realmente i due personaggi.