Accademia del Caffè, a Firenze si studia il futuro sostenibile

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 Natura, cultura, storia. In ogni tazzina di caffè c’è un mondo, anzi una serie di mondi strettamente correlati tra loro, da cui dipende anche il futuro di questa pianta e, in una certa misura, del pianeta Il caffè è la seconda materia prima mondiale agricola per interesse economico, dopo i cereali. Ecco perché è così importante il modo in cui viene coltivato, perché può fare la differenza per l’ambiente, ma anche per i produttori e i consumatori. La consapevolezza di tutto questo è alla base della nascita dell’Accademia del Caffè Espresso di Firenze, nata grazie a La Marzocco, azienda che produce macchine da caffè, e con il contributo di Stafano Mancuso, professore di Arboricoltura e Etologia vegetale all’Università di Firenze, nonché cofondatore di Pnat (Project Nature): spin off dell’ateneo fiorentino che studia come le piante possono aiutarci nella soluzione dei grandi problemi contemporanei, dal disinquinamento dell’acqua a quello dei terreni.

Nuove tecnologie nella vecchia fabbrica
Insieme all’Accademia, Pnat ha messo al centro del suo interesse il caffè, analizzando campioni provenienti da alcuni dei principali Paesi produttori per individuare le componenti chimiche e genetiche della pianta e trovare il miglior modo per coltivarla in modo sostenibile e con risultati di altissima qualità. L’Accademia del Caffè sorge nella vecchia fabbrica della Marzocco, un pezzo di archeologia industriale italiana con spazi espositivi che raccontano storia e tecnologia del caffè, laboratori dove si impara l’arte dell’espresso e addirittura una serra dove è riprodotto l’ambiente e il microclima di una piantagione.