Il caffè non è solo un piacere, ma un vero e proprio rito che ha le sue regole. Non solo per le modalità di servizio, ma anche per quanto riguarda i materiali della tazza. Già, perché le tazzine non sono tute uguali: composizione e forma del contenitore possono esaltare o meno l’aroma del contenuto. L’unica regola sempre valida, però, è: niente plastica. Un diktat efficace sia per proteggere l’ambiente sia per far risaltare al meglio tutto il gusto del caffè.
Porcellana, la scelta più “sicura”
Secondo gli esperti, il top per le tazzine del caffè è la porcellana, meglio se quella feldspatica o il il grès porcellanato, un materiale che a seguito di cotture ad altissima temperatura diventa estremamente duro. Sono infatti quasi sempre in grès porcellanato le tazzine impiegate nei bar, poiché non assorbono e nn trattengono i microbi e sono estremamente igieniche. Ancora, con questo materiale è possibile produrre tazze decisamente resistenti e “spesse”, capaci di trattenere la meglio il calore.
Arabica o Robusta, come le servo?
A essere pignoli, a seconda della miscela utilizzata andrebbe abbinata una tazza in un particolare materiale. Spiega un approfondimento uscito su Il Sole 24 Ore: “L’Arabica, che trattiene bene il suo tesoro di sapori, si sposa, oltre che con la porcellana e il vetro, addirittura con l’argento o l’oro delle tazzine antiche, purché non vi rimanga a lungo. Mai usare l’acciaio inox, disperde il calore ma soprattutto aggiunge un sapore acidino al contenuto. Robusta sta bene in tazzine o bicchierini di vetro italiano di Murano o artigianale, di forte spessore. Ma l’ideale è il morbido abbraccio della maiolica italiana perché così denso come è ci fa un figurone davvero. L’Arabusta, un ibrido di Arabica e Robusta, ama anche le tazzine cilindriche: l’aroma è forte e i profumi salgono subito al naso”.
“Insomma, ancora una volta arriva la conferma di quanto il caffè sia una cosa seria.”